La consigliera comunale dem ha difeso la privacy delle borseggiatrici rom sulla metro di Milano e si è scagliata contro la gogna mediatica.
Nei giorni scorsi la consigliera comunale Monica Romano (Pd) ha denunciato l’atto di filmare le borseggiatrici delle metropolitane a Milano definendo il gesto una violenza da parte di molti ventenni che pubblicano i video delle borseggiatrici sui social per ricevere visibilità. Questa reazione ha scatenato il dibattito pubblico tra chi riteneva giusto denunciare questi furti e chi invece puntava sulla difesa della privacy delle donne.
Una delle borseggiatrici è stata intervistata dal Corriere della Sera dopo essere apparsa tra i video diventati virali sui social. “Guadagno fino a 1.000 euro al giorno con i furti, ma ho sensi di colpa” ha raccontato la donna che compie furti ai danni di turisti e pendolari a Milano per mantenere la sua famiglia di 9 figli. Il suo è un lavoro a tempo pieno tra Duomo e Centrale nelle zone più affollate della metropoli. Si apposta per studiare le mosse dei pendolari e vedere dove mettono il portafogli.
La condanna dei reati di linciaggio e umiliazione pubblica
La confessione di Ana, una delle borseggiatrici, di come agisce e come ha imparato il “mestiere” con cui vive a 13 anni vuole dare un profilo umano a queste donne messe alla gogna mediatica. A denunciare queste umiliazioni, oltre alla consigliera comunale, anche la segretaria del Pd Schlein. Nonostante queste persone commettano furti, non bisogna commettere un ulteriore reato ai loro danni perché linciaggi, offese e umiliazioni pubbliche fisiche e morali così come la gogna mediatica sono un reato contro la persona.
Chi è sceso in campo a difendere la loro privacy e ha condannato i video postati sui social lo ha fatto per rispetto dei diritti umani e per non porre fine a questi reati che vengono poi visti come atti di eroismo. Inoltre, gli stessi inquirenti stanno tentando di disincentivare queste azioni da parte dei cittadini perché spesso possono essere controproducenti. «La collaborazione dei cittadini è fondamentale, ma il compito di accusare qualcuno di aver commesso un reato è delegato a figure specifiche, e non sono ammesse improvvisazioni» precisano le forze dell’ordine commentando le ronde.